Negli ultimi tempi la nostra casella di posta è stata inondata dalle lamentele degli ospiti in visita a Bologna che ci segnalano bizzarri problemi di comunicazione con gli abitanti della città. Così, prima di inoltrarti sotto gli infiniti chilometri di portici alla scoperta di torri e tortellini, abbiamo pensato di offrirti in dotazione un dizionario minimo di sopravvivenza per un weekend di prima*.
Oltre alla definizione del lemma felsineo, te ne viene illustrato l’uso nel contesto per poterlo sfruttare in modo pertinente e farti passare come un vero bolognese a spasso per la Dotta, la Rossa, la Grassa. La sua antichissima università e i suoi prestigiosi monumenti, il rosso dei mattoni che avvampa al tramonto e la sua “procace” cucina ti faranno prendere una scuffia* colossale per questa città.
Bologna piazza di focaccia
Per partire alla scoperta di Bologna comincia a metterti in forze gustando una crescenta* mentre passeggi sul Crescentone: la pavimentazione rialzata bianca e rosa di Piazza Maggiore ricorda infatti la focaccia con i ciccioli di maiale, animale venerato dalla cucina locale.
Da qui puoi ammirare la maestosa facciata della Basilica di San Petronio che conserva al suo interno la meridiana più lunga del mondo: ben 67 metri! Dall’altro lato della piazza il Palazzo del Potestà ha la particolarità di avere le centinaia di formelle che lo decorano tutte diverse fra loro. Passando sotto il Voltone, poi, si intravede al Żigànt*: la statua del Nettuno, uno dei simboli della città.
Dietro San Petronio troviamo quello che fu il cardine della vita accademica, l’Archiginnasio. Fra le sue mura ti lascia a bocca aperta il Teatro Anatomico: qui il baldacchino della Cattedra degli Spellati è sorretto dalle statue di due uomini privi di pelle e secchi come delle saracche*. Inoltre puoi divertirti a cercare le stranezze degli oltre 6000 stemmi araldici murali fra i corridoi del palazzo o nella meravigliosa sala dello Stabat Mater.
Un gioiello da non perdere a lato di Piazza Maggiore è il Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa di Santa Maria della Vita; il complesso scultoreo fu definito da D’Annunzio “l’urlo di pietra” per la sua potenza drammatica.
Dopo tanto visitare, se ti è venuta voglia di gubbiare* anche solo una mezz’oretta puoi farlo qui con vista sul centro città.
I sovrani della cucina bolognese
Nella tradizione culinaria di Bologna la regina è la sfoglia e il re grugnisce. I piatti locali accompagnano infatti la pasta fresca alla carne suina in tutte le sue varianti, perché del maiale non si butta via niente. Tortellini in brodo, tagliatelle e lasagne al ragù sono primi obbligatori da assaggiare nelle osterie dentro o fuori porta. Se vuoi evitare i ristoranti cari arrabbiati*, puoi soddisfare il tuo palato per esempio all’antica Trattoria Fantoni in via del Pratello o all’Osteria Santa Caterina. Affittando un appartamento in questa parte di città ti basterà aprire le finestre per ingrassare di felicità. Se invece vuoi spizzicare affettati e salumi locali come la mortadella e la coppa di testa, o altre prelibatezze bolognesi, puoi gironzolare per le vie del Quadrilatero tra banchi, gastronomie e botteghe storiche.
Bologna in lungo e in alto
A Bologna ci sono due modi per smaltire la buzza* dopo aver assaggiato le sue delizie.
Il primo è passeggiare al riparo dalla pioggia e dal sole. Non sembra un allenamento pesante? Bologna è la città con più portici al mondo: 38 chilometri all’interno delle mura, 55 con quelli fuori porta. Furono costruiti fin dal Medioevo per allargare le case a causa dell’inondazione di studenti venuti a formarsi nell’università più antica d’Europa. Oltre ai portici, molti palazzi conservano splendidi cortili interni come questo dove puoi alloggiare, sempre che il padrone di casa ti dia il tiro*.
La seconda modalità per tornare in forma è salire a piedi i 498 gradini della Torre degli Asinelli per godere di una vista spettacolare e contare le torri sopravvissute, tra cui spicca quella degli Azzoguidi o “Altabella” proprio perché ricorda una ragazza con la cintura in vita.
Una vera bazza* per gli amanti della storia dell’arte o per i più devoti è la Basilica di Santo Stefano o “Le Sette Chiese”. Il complesso è un dedalo di edifici costruiti nel corso dei secoli e collegati fra loro che in origine dovevano essere sette e simboleggiare i luoghi Santi di Gerusalemme.
Spingendoti fuori le mura di Bologna ti consigliamo una camminata riparata dai portici più lunghi del mondo: quasi 4 chilometri divisi in 666 arcate fino al panoramico Santuario di San Luca. Oppure puoi trascorrere un pomeriggio in polleggio* ai Giardini Margherita, il luogo ideale per un pic nic.
Bologna di notte
Se sei ancora sazio dal pranzo pur avendo camminato sotto tutti i portici di Bologna, puoi bere un bicchiere e fare balotta* con gli amici nella più antica osteria del centro: l’Osteria del Sole serve vino dal 1465 e vieta l’ingresso agli astemi! Agli amanti della birra artigianale invece consigliamo di fermarsi al Beerichino o da Beer for Bunnies, entrambi nella zona di via del Pratello.
Dal lato opposto della città, dalle parti di via Mascarella, si trovano locali per tutti i gusti e tutte le tasche, dai bar più in a quelli universitari. Inoltre, se ti coglie l’impulso improvviso di comprare un libro puoi correre alla libreria Modo Infoshop, aperta fino a mezzanotte. Per riprendere fiato puoi bere all’Ortica e far rimbalzare a ogni bicchiere le filosofie prima di tornare bresco* a casa.
Curiosità su Bologna
Si dice che Bologna abbia sette segreti legati alla sua storia. Noi invece ti diamo cinque compiti divertenti per scoprire meglio la vita della città.
- Non svelare nessun segreto sotto il Voltone del Potestà. Se ti metti rivolto contro il muro in un angolo del Voltone e sussurri, la persona dal lato opposto ti sentirà benissimo. Questa astuzia era utilissima per confessare durante le epidemie di peste.
- Quando fai la spesa rispondi come un vero bolognese: alla domanda finale “Altro?” del commerciante desideroso di rifilarti ancora qualche bagaglio* ribatti semplicemente con “Altro.” se i tuoi acquisti sono finiti.
- Alza lo sguardo sotto il portico di Casa Isolani. Oltre ad ammirare uno dei pochi portici lignei ancora esistenti vedrai tre frecce qui conficcate. La leggenda narra di un marito che, sospettando il tradimento della moglie, assolda degli arcieri per ucciderla. Uscita dalla casa dell’amante e resasi conto dell’imboscata, la bella lascia cadere il vestito e si mostra nuda. Gli arcieri impazziscono e gli amanti si salvano.
- Attività non adatta ai cinni*: sosta sulla pietra della Vergona. Da qui il Nettuno sembra superdotato: l’autore Gianbologna usò infatti un gioco di prospettiva con l’indice della mano del dio per regalargli diversi centimetri senza però incorrere nelle ire della Chiesa che aveva commissionato una statua con i genitali di piccole dimensioni.
- Vai al mercato della Piazzola. Ci si trova letteralmente di tutto, dagli oggetti più originali e stravaganti a quelli un po’ più maragli*. Se vuoi portare a casa un ricordo bolognese a prezzi stracciati questo è il posto giusto.
GLOSSARIO:
- Di prima: eccellente, di prima qualità.
- Prendersi una scuffia: innamorarsi, prendersi una cotta.
- Crescenta: focaccia. A Bologna si prepara anche con i ciccioli di maiale nell’impasto.
- Al Żigànt: letteralmente “il gigante” in dialetto bolognese. Soprannome della statua del Nettuno.
- Secco come una saracca: magrissimo, dal fisico asciutto.
- Gubbiare: dormire profondamente.
- Caro arrabbiato: caro in modo spropositato.
- Buzza: pancia. Normalmente si riferisce a quella alcolica o da eccesso di cibo.
- Dare il tiro: aprire la porta. Si dice così perché nelle case bolognesi si doveva tirare una catena per sganciare la serratura e aprire la porta a chi suonava.
- Bazza: affare conveniente, opportunità.
- Polleggio: relax.
- Fare balotta: divertirsi con gli amici.
- Bresco: alticcio, ubriaco, sbronzo. Il significato muta in base agli aggettivi o avverbi che accompagnano il termine e ne determinano quindi il grado alcolico. Es. Un po’ b. – b. duro – b. marcio.
- Bagaglio: cosa, oggetto inutile e superfluo.
- Cinno: bambino.
- Maraglio: tamarro e di cattivo gusto.